venerdì 6 marzo 2015

Massacrato dai bulli, 14enne chiede di morire in riva al mare: i genitori lo accontentano

Antonio de Jesus Lopez Monje non ce l'ha fatta. A 16 mesi dal brutale pestaggio è morto a 14 anni in un letto nella casa della nonna. In riva al mare, così come aveva desiderato. 
 A ucciderlo è stato un gruppo di bulli che si è scagliato contro di lui all'uscita da scuola nella città di Amozoc, in Messico. Senza un apparente motivo lo hanno pestato a calci e pugni e lo avevano lasciato a terra. Trasportato in ospedale, per i medici è stato subito chiaro che le condizioni del ragazzo erano disperate: con un grave danno cerebrale e un enorme ematoma alla testa, Antonio è entrato in coma poco dopo il ricovero.  Ne è uscito solo dopo un intervento chirurgico, ma con ferite profonde nel corpo e nel cuore: Antonio aveva perso metà dei suoi ricordi, il danno cerebrale gli aveva paralizzato metà del corpo e aveva perso il 60% della vista. Un calvario che è passato attraverso 9 operazioni, alla fine delle quali le speranze di ridare una vita normale ad Antonio si erano sempre più affievolite.  «Per tanto tempo ci siamo aggrappati alla speranza che sarebbe uscito dall'ospedale e sarebbe tornato a casa – ha detto Roberto, il papà del ragazzino - Ma quando abbiamo sentito che la sua condizione peggiorava e preoccupava sempre di più, abbiamo iniziato a credere che tutto l'aiuto dei dottori non lo stava aiutando». E così, contro il parere dei medici, hanno portato via il figlio dall'ospedale per esaudire il suo desiderio: andare in riva al mare. «Voleva sentire le onde e l'odore della brezza marina, toccare la sabbia – ha continuato il papà - così alla fine abbiamo deciso di farlo uscire».  Antonio è andato ad abitare con la nonna a Ensenada, una città costiera nel nord-ovest del Messico. Tre mesi in riva al mare, il suo ultimo desiderio. Poi è morto.
«Per colpa di questo attacco insensato abbiamo perso la cosa più preziosa, nostro figlio - ha concluso Roberto - Mi auguro che gli individui che hanno fatto questo al mio bambino possano marcire all'inferno».  Per l'attacco ad Antonio sono stati denunciati sette ragazzi: adesso sono in attesa di un processo per omicidio.

Papà malato terminale rinvia l'eutanasia per andare allo stadio con la figlia

'Non camminerai mai solo'. Con un tweet la sua squadra del cuore, quella del Bruges, si è stretta in un commovente abbraccio alla famiglia di Lorenzo Schoonbaert
 L'uomo, malato terminale di 41 anni, come riporta 'The Indipendent' ha rimandato l'eutanasia, legale in Belgio, per esaudire l'ultimo desiderio: vedere vincere i neroblù allo stadio con al fianco la moglie e la figlia di sette anni.
 Così è stato. Nella notte di martedì i suoi cari hanno annunciato su Facebook che Lorenzo ora «non c'è più ma ci guarda da lassù». 

Maltempo, muore per il monossido di carbonio, gravissima una donna: mancava l'energia

Un uomo di 48 anni è morto e la donna che era con lui è stata ricoverata in gravissime condizioni per le esalazioni di monossido di carbonio. È successo a Casore del Monte, sulle colline Pistoiesi, una zona che da ieri, dopo la tempesta di vento, è senza elettricità. L’allarme è scattato intorno alle 14 di oggi, venerdì 6 marzo. Era stato il fratello di Signorini, Gennaro, con cui insieme gestiva un'officina meccanica a Montemurlo, a chiamarlo diverse volte al cellulare. Non avendo ricevuto risposta Gennaro Signorini si è messo in contatto con i parenti della cognata. E' stata proprio la sorella della donna, con il marito, a giungere per prima alla villetta e a fare la tragica scoperta. Signorini era ormai deceduto, la donna, in stato di incoscienza, è stata rianimata dalle squadre dei soccorritori inviati dal 118 e qiundi trasportata d'urgenza all'ospedale di Pescia, dove è ricoverata in rianimazione.  Morti anche cinque dei nove cani della coppia, i primi ad essere notati dalla donna nella villetta posta ai margini del bosco, e in cui tutt'intorno gli alberi spezzati testimoniavano della tempesta di vento avvenuta poche ore prima. A salvarsi, grazie all'intervento dei vigili del fuoco, che hanno subito somministrato loro dell'ossigeno, sono stati tre cuccioli di un paio di settimane e uno di circa tre mesi.